Intervista a Mirko Costa, vicepresidente e direttore generale Prime Srl
Società specializzata nei servizi logistici ad aziende di tutti i settori produttivi, Prime Srl ha attraversato gli ultimi difficili due anni da una posizione sostanzialmente di equilibrio, riuscendo a spostare forze ed energie in base all’andamento delle richieste. Dall’imballaggio ai trasporti fino al facchinaggio, traslochi e servizi di pulizia, Prime è pronta a contribuire alla ripresa, forte di ciò che è stato imparato durante l’emergenza: nella loro specializzazione, ma vale per l’intero mondo del lavoro, quel che serve per il futuro sono soprattutto flessibilità e organizzazione. Ce lo spiega chiaramente il vicepresidente e direttore generale, Mirco Costa.
Direi che è stato quasi un insegnamento, forzato, come se fossimo andati all’università senza volerci andare. Così in questi due anni davvero imprevedibili abbiamo capito che soprattutto all’interno del nostro settore sono importanti la flessibilità e l’organizzazione. Avendo la fortuna di lavorare con tutte le categorie merceologiche, abbiamo potuto spostare personale e mezzi, tenendo in piedi l’azienda.
Perchè l’emergenza sanitaria ha messo in crisi tanti settori, ma altri non ne hanno risentito vero?
Proprio così. L’alimentare, ad esempio, è un settore che ha spinto tanto, e con loro abbiamo lavorato molto. Mentre quello industriale ha subito di più.
Potreste, quindi, essere definiti quasi un termometro dell’andamento dell’economia. Quali sono le valutazioni dal vostro osservatorio privilegiato?
Dalla fine dello scorso anno e l’inizio di quest’anno si sono cominciati a vedere i primi segni di ripresa. Segnali che arrivano anche dalla parte del settore industriale, che era quello che aveva subito di più. Lo vediamo dalle commesse che stiamo ricevendo. Così come sta ripartendo l’indotto, che era dormiente. Siamo ovviamente molto contenti, per noi e pure per l’economia generale. Abbiamo tutti bisogno di vedere un po’ di traguardi e di luce.
Oltre alle vostre molteplici attività, che comprendono anche servizi in outsourcing, confezionamento di prodotti, prestate molta attenzione all’aspetto occupazionale e vi occupate di formazione. Da questo punto di vista come è la situazione?
Ecco questo in realtà è un grosso problema: reperire personale. Facciamo davvero molta fatica a trovare sul mercato persone da impiegare. E parlo di personale in generale, dall’operaio alla carpenteria, dall’impiegato al responsabile di settore. E così in questa fase di entusiastica ripresa ci troviamo di fronte a questa difficoltà.
Un fatturato da 25 milioni di euro, tremila persone impiegate tramite la vostra rete, avete sede all’interno del Centergross, colosso del Pronto Moda Made in Italy che ospita circa 700 aziende fra settore del fashion, meccanica, innovazione, logistica e servizi. Molti dei vostri “clienti”, sono praticamente accanto a voi.
Eravamo qui con un ufficio da anni, adesso abbiamo anche un grande magazzino. Si, abbiamo clienti anche all’interno, nella moda, che ripeto è stato uno dei più colpiti. Ma c’è Centergross, uno dei pochi baluardi che ancora dà visibilità a questo settore.