21 Ottobre 2024

UTENSILERIA BRUNETTI: IN AZIENDA AL LAVORO LA TERZA GENERAZIONE. DAL NEGOZIETTO DEL NONNO IN VIA GOITO AL CAPANNONE AL CENTERGROSS

Siamo con Enrico Brunetti di Utensileria Brunetti. Ci racconta un po’ di storia della vostra azienda? Se non sbaglio lei è la terza generazione dell’Utensileria Brunetti.
Sì, è proprio così. Tutto cominciò con mio nonno . Nel 1929 il nonno Enrico, di cui ho la fortuna di portare il nome, fondò la Ditta Brunetti in un piccolo negozio di Bologna in via Goito, dove attualmente c’è il negozio La Piedra del Sol. Lo fondò dopo essere stato per dieci anni il venditore per una ditta di Milano che si chiamava Fratelli Bellocchio e che nel 1919, gli aveva affidato le vendite in Puglia di utensili come calibri, punte, strumenti di misura. Mio nonno partiva da Bologna la domenica mattina col treno, arrivava a Bari domenica notte con la sua valigetta piena di punte e vendeva per questa ditta, spostandosi con la bicicletta e il treno, dormendo tante volte anche in stazione. Tornava una volta al mese a casa dalla nonna. E questo lo ha fatto per dieci anni. Era molto bravo e così nel 1929 andò dal suo titolare, dicendo di aver voglia di aprire una sua azienda. Vedendo che mio nonno era molto bravo e capace, il titolare decise di aiutarlo, mettendolo in contatto con i fornitori di Milano, e diventando il primo tassello per questa nuova avventura. Indebitandosi, il nonno aprì questo primo negozietto di 30 metri quadrati in via Goito. Cominciò a seguire i suoi primissimi clienti, la Calzoni, che c’è ancora oggi e l’Acma, oltre a continuare a servire i suoi clienti in Puglia, tanto che ancora oggi abbiamo qualche cliente tra Pescara e le Marche che facevano parte dei suoi clienti storici. Poi c’è stata la Guerra Mondiale, che fu un vero disastro, anche perchè purtroppo  i Tedeschi gli rubarono tutto. La sua fortuna fu che nel 1945 conobbe un generale americano. Gli Americani avevano un campo di assistenza a tutti i veicoli militari a Marzabotto, con tonnellate di utensili. Nel 45, finita la guerra, tutti questi utensili erano diventati inutili per gli Americani, tanto che  questo generale decise di regalare al nonno tutta l’utensileria di questo campo. E così mio nonno riuscì a ripartire con la sua attività, vendendo queste cose che aveva ricevuto in regalo.

Oggi cosa proponete?
Noi possiamo fornire tutto ciò che è legato all’officina meccanica di produzione per la tornitura, fresatura, rettifica, bruciatura. Noi forniamo l’utensileria: la punta, il maschio, la fresa, l’inserto da tornio, il porta utensile, la marcatrice laser, la segatrice a nastro, tutto quello che può essere di servizio alla produzione meccanica.

 

 

In questi ultimi anni come è cambiato il vostro lavoro?
Il nostro lavoro negli ultimi anni è diventato molto più di consulenza che di vendita. I clienti ci sottopongono il disegno, mostrando il pezzo che devono realizzare e noi forniamo gli utensili che occorrono per costruirlo. Ormai negli anni abbiamo acquisito molta esperienza e anche i nostri collaboratori sono molto specializzati.

 

Che obiettivi vi siete dati per il futuro?
Noi siamo estremamente legati all’industria: se l’industria va, noi andiamo bene. Chiaramente con il Covid c’è stato un momento di sofferenza. Però, come mi diceva mio nonno, a lui nel 45 tiravano le bombe sulla testa, noi per il momento non abbiamo questi problemi. Con questo spirito andiamo sempre avanti e cerchiamo di affrontare tutti i momenti critici. Bisogna cercare di essere sempre attivi, propositivi e ottimisti, anche quando le cose non vanno bene.

E’ un vantaggio per voi essere al Centergross?
Per noi è un grandissimo vantaggio, perché il Centergross è un polo di logistica e di attrazione facilmente raggiungibile da tutta Italia, vicino alla A13, vicino all’Interporto. Uno dei vantaggi della vicinanza all’Interporto è che noi riceviamo la merce dai corrieri la mattina entro le 9,00 / 9,30. Se fossimo ad esempio a Zola Predosa, il materiale arriverebbe nel pomeriggio. La logistica funziona molto bene, e poi ci sono tutti i servizi, il bar, un’ottima mensa.

Il problema che stiamo cercando di affrontare, è quello di fare in modo che il Centergross si trasformi in un centro che sia legato anche alla produzione, non solo alla vendita. Purtroppo ci sono spazi vuoti perché piccole aziende hanno chiuso, quindi se si riuscisse a prendere dentro al Centergross anche piccoli produttori, secondo me sarebbe una cosa giusta.